Riforma dello sport: sono in corso di svolgimento, in videoconferenza, una serie di audizioni parlamentari con gli organi dello sport, al fine di offrire al legislatore una panoramica complessiva sullo schema di decreto legislativo n. 230, che interviene sul riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici nonché di lavoro sportivo. Attualmente, i soggetti più autorevoli che hanno partecipato alle audizioni, hanno manifestato molte perplessità sulla ipotesi di riforma; le frizioni, pur presenti, all’interno della Maggioranza, potrebbero determinare qualche inedito correttivo, anche in ragione dell’impatto avuto dal fenomeno pandemico che ha messo in discussione praticamente tutte le certezze del vivere civile a partire dall’anno appena concluso.
Da più parti si sono invocate semplificazioni sugli aspetti civilistici legati alla tipologia e alla forma giuridica degli enti e sulle modalità di ottenimento del “riconoscimento sportivo”.
La riforma del lavoro sportivo
“La riforma del lavoro sportivo sembra privilegiare le esigenze di tutela del lavoratore, doverose ma poco armonizzate con le peculiarità del settore dilettantistico e presta scarsa attenzione ad altri principi fondamentali, fissati dalla legge delega, che rimangono in buona parte inattuati: la riforma infatti sembra mancare l’obiettivo, perché non valuta la specificita’ del settore e non garantisce stabilità e sostenibilita’ al sistema”. Così in sintesi la valutazione dell’avv. Biancamaria Stivanello, membro del board ASI Sport e Fisco, alle audizioni della Settima Commissione del Senato del 5 gennaio scorso, sulla riforma dello sport approvata dal Governo il 24 novembre 2020 e ora all’esame delle competenti commissioni parlamentari. Auditi in questo periodo anche altri esperti come l’Avvocato Guido Martinelli e il dottor Fabio Romei, eminenti collaboratori di ASI Sport e Fisco.
“Tale scelta di fondo del Governo – ha spiegato la Stivanello – si riflette in numerosi passaggi dello schema e comporta varie difficoltà interpretative che non riusciranno a superare quelle criticità che affliggono il movimento sportivo da almeno ventanni, in particolare per quanto attiene ai compensi sportivi. Rimane infatti estremamente difficile distinguere una prestazione lavorativa da una prestazione amatoriale e diventa insostenibile per i sodalizi – soprattutto in questa fase di crisi determinata dall’emergenza pandemica – l’inquadramento lavoristico di molti collaboratori”.
Le semplificazioni
“Anche sul fronte delle semplificazioni, a proposito del nuovo registro delle attività sportive, sono state sollevate diverse perplessità dagli esperti che si sono susseguiti alle audizioni. Accolta con favore invece la possibilità di riconoscimento della personalità giuridica con un iter semplificato”.
Da più parti si sono invocate semplificazioni sugli aspetti civilistici legati alla tipologia e alla forma giuridica degli enti e sulle modalità di ottenimento del “riconoscimento sportivo”.
La riforma del lavoro sportivo
“La riforma del lavoro sportivo sembra privilegiare le esigenze di tutela del lavoratore, doverose ma poco armonizzate con le peculiarità del settore dilettantistico e presta scarsa attenzione ad altri principi fondamentali, fissati dalla legge delega, che rimangono in buona parte inattuati: la riforma infatti sembra mancare l’obiettivo, perché non valuta la specificita’ del settore e non garantisce stabilità e sostenibilita’ al sistema”. Così in sintesi la valutazione dell’avv. Biancamaria Stivanello, membro del board ASI Sport e Fisco, alle audizioni della Settima Commissione del Senato del 5 gennaio scorso, sulla riforma dello sport approvata dal Governo il 24 novembre 2020 e ora all’esame delle competenti commissioni parlamentari. Auditi in questo periodo anche altri esperti come l’Avvocato Guido Martinelli e il dottor Fabio Romei, eminenti collaboratori di ASI Sport e Fisco.
“Tale scelta di fondo del Governo – ha spiegato la Stivanello – si riflette in numerosi passaggi dello schema e comporta varie difficoltà interpretative che non riusciranno a superare quelle criticità che affliggono il movimento sportivo da almeno ventanni, in particolare per quanto attiene ai compensi sportivi. Rimane infatti estremamente difficile distinguere una prestazione lavorativa da una prestazione amatoriale e diventa insostenibile per i sodalizi – soprattutto in questa fase di crisi determinata dall’emergenza pandemica – l’inquadramento lavoristico di molti collaboratori”.
Le semplificazioni
“Anche sul fronte delle semplificazioni, a proposito del nuovo registro delle attività sportive, sono state sollevate diverse perplessità dagli esperti che si sono susseguiti alle audizioni. Accolta con favore invece la possibilità di riconoscimento della personalità giuridica con un iter semplificato”.
Biancamaria Stivanello, membro del board ASI Sport e Fisco, è avvocato cassazionista con studio in Padova. Si occupa da oltre 25 anni di diritto e fiscalità dello sport dilettantistico e del Terzo Settore sia a livello professionale, prestando assistenza in sede stragiudiziale e contenziosa, sia a livello divulgativo. E’ anche redattore di ‘Fiscosport srl’, socio fondatore e membro del direttivo dell’Associazione Nazionale Professionisti del Terzo Settore e dello Sport oltre che Direttore di PQM notiziario della Camera Civile degli Avvocati di Padova “Alberto Trabucchi”. In particolare ha maturato competenze ed esperienze trasversali in diritto civile, del lavoro, tributario, che investono la gestione e la difesa degli enti non profit. Svolge attività di formazione per dirigenti e tecnici di associazioni e società sportive dilettantistiche e di enti non profit ed è esperto territoriale della Scuola dello Sport del CONI Veneto.
Di seguito il documento integrale dell’avv. Stivanello depositato agli atti dei lavori della commissione, con gli approfondimenti degli aspetti più significativi.audizione_senato